Nella sua piccola biblioteca privata, tra altre cartelle, Don Giustino ne aveva una che, pur senza essermene stata mai preclusa l’apertura, esercitava su me, giovane segretario non ancora sacerdote, una speciale curiosità per il titolo, scritto di sua mano, che la contraddistingueva: “Colligite fragmenta ne pereant” = “Raccogliete i frammenti perchè non vadano perduti”.
Pensavo si trattasse di spunti catechetici-eucaristici, ma quando decisi di leggerne il contenuto, ebbi la sorpresa, cresciuta nel tempo, di trovarmi dinanzi ad alcune problematiche personali, proprie del carisma vocazionista che costituirono, in parte, la “croce di fuoco delle vocazioni”, splendente e luminosa sull’esile ed eccezionale figura del nostro Padre Fondatore.
Si trattava di un piccolo plico di domande di ammissione in Congregazione da parte di candidati in difficoltà, presentati e raccomandati dai rispettivi superiori di provenienza.
Oggi nella preziosa raccolta e stampa degli scritti di Don Giustino, incrociavo il seguente promemoria: -bisogna chiamare Giuseppe Scotto-.
E dal seminario di Pozzuoli, accompagnato dall’Arc. Raffaele, giunse nel 1951 il giovane seminarista G. Scotto di Luzio per essere aiutato nella crescita e formazione umanospirituale personalmente da Don Giustino e dai suoi collaboratori. Aspirante, postulante, novizio, professo e infine sacerdote per le mani di Mons. Longo, il 2.12.1959 nella nostra Parrocchia di S. Maria di Bellavista a Posillipo.
Gesù, sommo sacerdote, l’ha voluto con Sé, per festeggiare la sua messa d’oro, in cielo. Il suo servizio ministeriale è stato quello dei primi vocazionisti: appena sacerdote, Don Galasso lo invia in aiuto a D. Alfieri, nella piana di Paestum, non ancora pienamente bonificata…Vi si trovò subito molto bene, stimato dai Confratelli, ben voluto da tutti i fedeli. Ma non fece in tempo ad accomodarsi…
Era pronta una nuova ubbidienza che lo invitava a raggiungere il nostro Santuario di Valleverde-Bovino (Fg), poi visitato anche da Papa Giovanni Paolo II.
Qui incontra un vocazionista, Don Giuseppe Salerno il quale conserverà sempre gratitudine e affetto per l’aiuto e sostegno ricevuto: lo vorrà tra i Padri consiglieri quando l’opera mariana prenderà altra forma. I quasi 10 anni di umile servizio subalterno lo rendono pronto per un servizio ministeriale in prima persona. Per 12 anni esercita il ministero parrocchiale: è quanto sognava da sempre.
Chiesa, casa canonica, oratorio parrocchiale, gruppi di ministranti, coro, visita alle famiglie lo assorbono. E’ stanco ma felice. Ci vorrà poco per addormentarsi a sera, dopo giornate senza vuoti. Gli sarà di molto aiuto (una madre spirituale?!) Sr. Maria Ansalone delle vocazioniste, sua parente o molto vicina di famiglia.
Pianse quando gli dissi che doveva trasferirsi a Pianura- S. Giorgio e trovò facili scuse: - non si sentiva degno, non era all’altezza di succedere a Don Giustino nella Parrocchia - culla dei vocazionisti. Ma per me che lo conoscevo bene non fu cosa difficile predirgli : ti affezionerai talmente a S.Giorgio che sarà poi quasi impossibile distaccartene. Vedrai…e così avvenne.
Ormai in piena maturità, ricco di esperienza pratica e spicciola, si aprì libero e sereno ai movimenti nuovi nella chiesa e ne arricchì la Comunità di S.Giorgio. Piacque alla maggior parte dei buoni pianuresi. La famiglia Di Vicino Giorgio gli offrì del terreno ed egli passò all’ultimo capitolo: un tempio a Maria, tempio del Signore.
La piccola Lourdes, costata sacrifici, sofferenze, mortificazioni elevata sul “piano pianurese” è divenuta una realtà. S.E. Silvio Padoin ne avvertì l’importanza e la eresse a Santuario mariano. Tutto l’anno ma in modo speciale a maggio, settembre, ottobre e l’11 di ogni mese una folla di devoti sale a deporre nel cuore di Maria le proprie ansie e più serena e più libera poi se ne torna a valle. Don Peppino Scotto - dopo Don Giustino - ha diffuso grande devozione alla Madonna e al suo rosario. Non ha svolto catechesi come da Piazza S. Pietro ma con semplicità, ha avvicinato innumerevoli uomini e donne a Maria.
Come dai minareti nei paesi islamici, i Muezzin scandiscono la giornata con il canto pieno di nostalgia elevante al cielo, tanto spesso si sentiva dalle case dei cortili di Pianura un pò più appartate dai rumori caotici del traffico, scendere quasi tocchi di campane dolci canti alla Madonna: anch’essi elevavano al cielo.
Dalla piccola Lourdes cantava D.Giuseppe Scotto, ora cantore nei cieli della sua gioia di essere del Signore e di Maria.
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E' bello sapere delle cose che non si erano mai sentite dire prima
RispondiEliminainteresante tutto ciò su don peppino
RispondiEliminamolti pianuresi abbiamo nostalgia della voce di Don Peppino quando il suo canto si sentiva nei luoghi di Pianura più appartati e ci sentivamo anche noi dalle nostre case uniti alla Madonna della piccola Lourdes
RispondiEliminaDon Peppino prega per noi
RispondiEliminaE' molto bello leggere cose inedite e curisotià su
RispondiEliminadon peppino. grazie per aver trascritto questo articolo del
giornale ne è valsa la pena. è bellissimo.
Vogliamo il corpo di Don Peppino alla piccola Lourdes
RispondiEliminaCerto non posso mai dimenticare quando ero in seminario a Pianura,tutte le volte che incontravo Don Giustino con la sua mano messa sul mio cranio,dicendomi “fatti Santo” che bei momenti spero quanto prima che sia nominato Santo,ricordo anche quando disse a Don Raffaele Castiglione “questa è la mia borsa Seguimi
RispondiEliminaNon sono anonimo ,il commento su evidenziato è mio”Vincenzo Corona,mi meraviglio perché con tanti sacerdoti uscita dal suo esempio,ancora non viene nominato Santo
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